Insieme al rischio idrogeologico e al rischio vulcanico, il rischio sismico costituisce uno dei maggiori rischi ambientali connessi alle attività umane.
In sismologia, il rischio sismico è stato definito come la conseguenza di un potenziale danno economico, sociale e ambientale derivante da eventi sismici pericolosi che possono accadere su un certo territorio in un dato periodo di tempo.
Si può quindi definire il rischio sismico come il prodotto di:
- pericolosità: probabilità che si verifichi un sisma con un determinato grado di intensità e un determinato tempo di ritorno
- vulnerabilità: propensione a subire danneggiamenti; è correlata ai criteri costruttivi degli edifici e delle infrastrutture
- danno: valutazione socio/economica delle conseguenze.
Determinare il rischio sismico è fondamentale per prevenire e gestire il rischio stesso. Per determinare il rischio occorre considerare come è stato costruito l’edificio e quali potrebbero essere le perdite economiche. Queste ultime possono essere legate:
- al danno strutturale all’edificio
- ai danni subiti dagli impianti e dall'interruzione delle attività
- ai danni ai collegamenti delle infrastrutture come l'acqua, le strade, le autostrade e i sistemi di fornitura dell'energia elettrica.
Le compagnie assicurative utilizzano le stime del rischio sismico per determinare le percentuali appropriate nelle loro statistiche e per monitorare il sovraccarico di polizze in una piccola area. È quindi necessario avere uno strumento che sappia indicare la percentuale di rischio sismico in ogni zona del nostro territorio in modo semplice ed efficace.